gio 24 ott
|Spazio HUS
"FORZE INTERIORI" | MANUEL DE MARCO
MOSTRA PERSONALE
Orario & Sede
24 ott 2019, 18:30 – 07 nov 2019, 19:30
Spazio HUS, Via San Fermo, 19, 20121 Milano MI, Italia
L'evento
La natura dell’emergenza.
…gettare il proprio corpo nella lotta.
P.P.P.
La modalità eclettica e anticonvenzionale del processo di ricerca di Manuel De Marco si sviluppa a partire da un’analisi dello spazio interiore che l’artista interpreta come limitato, geometrico e formale. Egli spinge l’indagine e l’esplorazione oltre i confini fino a negoziarne le dimensioni possibili, i limiti ipotetici e sempre mobili.
Il viaggio che l’artista compie non abbandona mai il corpo, non è pura immaginazione né gioco virtuale; egli procede a piccoli passi che si susseguono ritmicamente e che conducono entro l’azione esperenziale della conversione, del cieco tentativo, della visibile tentazione.
Per questo nelle opere più recenti il movimento procede per traiettorie circolari tracciando orbite più che sentieri. I luoghi si espandono lentamente, evocati attraverso vuoti che accettano il pericolo, che non contengono e non bloccano l’andare verso, l’andare oltre, come accadeva invece nello spazio rettilineo limitato da spigoli, da muri paralleli, da pareti sigillate.
In esso l’artista si è sentito chiuso, messo all’angolo, e ha sviluppato strategie nuove.
Ora, infatti, ne esce imitando l’andirivieni fluido dei pianeti che si allontanano da un ipotetico centro percorrendo equinozi, dirigendosi ai solstizi… che dialogano accogliendo la noia e l’attesa e indugiano nella lentezza. I passi ritornano e si allontanano. Mai abbastanza.
La natura, di questi viaggi centrifughi nel sé, rifugge la regola.
La lettura poetica rinnovata di Manuel De Marco è istintiva e allo stesso tempo meditativa, accoglie la profanazione e le impossibilità. Le sue peregrinazioni nell’interiorità non temono la domanda; come il pensiero non si esauriscono nel cammino, si confrontano con l’infinito là sull’impossibile soglia.
Per l’artista l’immaginario e l’inconscio sono corpo, hanno l’impronta del passo.
I suoi punti di vista sono fatti di carne, si stampano sulla carta e i legni, incidono le materie dei mondi più reali del reale, si illudono di attirare la curiosità degli dei; in essi la geometria dell’estasi vibra dal massimo del particolare all’Universale.
Porta ai primordi Manuel De Marco, a quei primi passi dove l’ineffabile è un nuovo partire, è qualcosa di noi, direbbe Rilke, che invece di seguirci, va di scarto e si abitua ai cieli. Là l’artista riconosce la natura dell’emergenza, nel quasi nulla che è appunto il farsi dell’arte, e nel passo della parola nuova, nella visione materica e inconsueta dell’origine.
Alessandra Santin